I visitatori che arrivano in Campania hanno dei punti di riferimento sia geografici che stagionali: Ischia a primavera, magari per i trattamenti termali; Capri e la Costiera Amalfitana d’estate; Salerno per le luci d’artista a Natale.
Questo elenco potrebbe andare avanti ma non sarebbe molto lungo: al massimo comprenderebbe Napoli, Pompei ed Ercolano. Ma in questa regione c’è molto da scoprire, e la zona del Cilento, a sud di Salerno, è fra le tante ricchezze ignorate dai percorsi turistici abituali.
Natura e storia millenaria
Paestum è la sola eccezione a questa affermazione: questo sito archeologico popolarissimo e dall’eccellente stato di conservazione rappresenta di fatto la porta d’ingresso al Cilento, oltre la quale in pochi si avventurano. Eppure, per la bellezza del suo litorale, questa parte d’Italia non ha nulla da invidiare ad Amalfi, Sorrento & Co. Anzi, rispetto alle cugine la zona è parte di un Parco Nazionale tanto vasto quanto sottovalutato.
Alcune località attirano più turisti rispetto ad altre: fra queste ci sono Capo Palinuro, Ascea, Pollica, Pioppi o Acciaroli. E ci sono quelle note per altri meriti: Battipaglia per la mozzarella, Giffoni Valle Piana per il suo popolare festival del cinema.
Tuttavia ci sono altri luoghi, anche posizionati nell’interno della regione, che offrono tracce di storia millenaria, atmosfere rarefatte e bucoliche e un eccezionale rapporto qualità-prezzo che permette di soggiornare e assaggiare prelibatezze a una frazione dei prezzi che normalmente si pagano in località più note.
Parliamo di luoghi come Roccagloriosa, San Marco di Castellabate, Scario, Castelcivita… Ma ce ne sono tanti altri tra i quali muoversi (preferibilmente in auto: le linee ferroviarie che servono questa parte della regione lasciano interi quadranti scoperti) per rimanere piacevolmente sorpresi.